La crisi mondiale che ha colpito i consumi ha messo a dura prova il sistema economico attuale. Tra gli obiettivi della Green Economy c’è la Transizione Ecologica, che guida le potenze economiche verso un riforma epocale e ristabilisce un equilibrio nello sfruttamento delle risorse ambientali
L’economia verde non decolla tra le priorità dell’Europa | L’ecologia e il paradigma del modello economico attuale
La Green Economy stenta a prendere piede in Europa e tra le potenze economiche occidentali. La rivoluzione verde, nonostante i buoni propositi messi in piazza alle reunion del consiglio europeo, non decolla. Perchè pare che gli interessi del modello economico attuale, in cui vige il paradigma “più risultati con meno sforzi” non collimino con quelli ecologici, in cui i benefici e i vantaggi devono essere necessariamente distribuiti in maniera equa, perchè l’ambiente è un organismo che non consente né vinti, né vincitori, solo attori che interpretano ruoli a rotazione.
Questo sistema applicato all’economia odierna mette in atto una ridistribuzione omogenea dei beni e del credito, in cui, come si deduce dalla teoria di Gaël Giraud nel libro “Transizione ecologica”, il credito viene considerato un mezzo e non una finalità per realizzare un cambiamento a vantaggio di tutti

Un nuovo modo di fare economia | La transizione ecologica come arma per la Green Economy
In ecologia, da cui è tratto il metodo operativo della Green Economy, gli equilibri vengono creati e distrutti in continuazione per creare una sintesi perfetta tra beneficio e rischio, causa ed effetto. Questo sistema applicato all’economia odierna mette in atto una ridistribuzione omogenea dei beni e del credito, in cui, come si deduce dalla teoria di Gaël Giraud nel libro “Transizione ecologica”, il credito viene considerato un mezzo e non una finalità per realizzare un cambiamento a vantaggio di tutti. Eppure l’innovazione tecnologica e politica in grado di condurre l’Europa e le altre potenze economiche mondiali verso una cultura dei consumi più consapevole non può trascendere da una riforma ecologica. Dopo il tracollo degli ultimi 8 anni, l’economia mondiale sta cercando e ritrovando pian piano un nuovo equilibrio. Proprio in questo momento di rinascita la transizione ecologica di cui parla Giraud sarebbe ideale per iniziare a pensare ad un nuovo modo di fare economia.
Per Macron, già ministro dell’Economia, dell’Industria e del Digitale dal 2014 al 2016, la rivoluzione ecologica non è affatto scollegata dalle problematiche sociali che affliggono l’Europa in questi ultimi anni, come le ondate migratorie e il terrorismo
Il programma per l’ambiente e la transizione ecologica di Macron
Di transizione ecologica parla anche Macron nel suo “Programma per l’ambiente e la transizione ecologica”, articolato in sei capitoli che comprendono le misure da adottare per applicare un cambiamento che dirotti ad un’economia verde. Per Macron, già ministro dell’Economia, dell’Industria e del Digitale dal 2014 al 2016, la rivoluzione ecologica non è affatto scollegata dalle problematiche sociali che affliggono l’Europa in questi ultimi anni, come le ondate migratorie e il terrorismo. C’è chi parla di utopie lontane da una realizzazione concreta, perlomeno nell’immediato, ma le teorie di Macron sono perfettamente in linea con una idea di economia attuale, che necessita in tempi brevi di riforme consistenti in cui l’ambiente sia concepito come contenitore di paesaggio, uomini e tecnologia ugualmente importanti nella produzione e circolazione dei beni.
Probabilmente proposte come questa vedranno la luce tra qualche anno, in una previsione più realistica tra diversi decenni, ma la transizione ecologica avrà una portata pari a quella della rivoluzione industriale avvenuta nel XIX, come spiega anche Giraud
La rivoluzione ecologica ribalta le politiche di produzione | Le previsioni di Gaël Giraud
Per mettere sotto osservazione gli obiettivi di questa enorme rivoluzione è sufficiente fare l’esempio, semplice e concreto, dell’introduzione di un bonus per incentivare la compravendita di elettrodomestici durevoli e penalizzare quella di prodotti realizzati per essere gettati nella spazzatura dopo pochi anni di utilizzo. Un’azione di questo tipo vorrebbe dire ribaltare le politiche di produzione dei maggiori brand presenti sul mercato, le strategie di business che vanno per la maggiore e le abitudini dei consumatori.
É una rivoluzione radicale che ha bisogno di tempo e di qualche sacrificio per essere attuata. Probabilmente proposte come questa vedranno la luce tra qualche anno, in una previsione più realistica tra diversi decenni, ma la transizione ecologica avrà una portata pari a quella della rivoluzione industriale avvenuta nel XIX, come spiega anche Giraud. Quando avverrà, termini come “commercio equo e solidale”, “green thinking” e la tanto bistrattata Green Economy non saranno concepiti solamente come un retaggio di una certa cultura elitaria totalmente scollegata dalle reali esigenze della popolazione del pianeta Terra.
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