Stephen Hawking è morto all’età di 76 anni. Al mondo lascia la sua ironia e l’invito a vivere il cambiamento come un’opportunità

Quali conseguenze porta il cambiamento nelle nostre vite? Da un genio dell’astrofisica un esempio di come la più grande sfida sia cavalcare gli avvenimenti avversi e guardare con lucidità quello che la realtà ancora può offrirci

La carriera di scienziato e la disabilità fisica di Stephen Hawking

Affrontare il cambiamento con generosità: è questa la chiave per superare le grandi difficoltà della vita. Stephen Hawking nella grandiosità delle imprese che è riuscito a portare a termine in 76 anni di vita ha colto l’obiettivo. A sbarrargli la strada il quadro clinico di una persona con una disabilità fisica, quella che l’ha portato a passare circa 50 anni della sua vita su una carrozzina, incapace di muoversi e di parlare. Stephen Hawking aveva un Q.I. simile a quello di Albert Einstein o Isaac Newton, ma questo non basta da solo per fare della propria vita un simbolo di curiosità verso l’ignoto, di sfida all’incomprensibile.

Nel suo mondo fatto di numeri e formule non c’era spazio per il rimpianto di quanto aveva perduto, ma solo per quello che non sarebbe riuscito ad ottenere

La diagnosi e la tecnologia a supporto dell’opera di divulgazione

Hawking affermava che “l’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento e per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare”. A 21 anni il giovane scienziato riceve la diagnosi di una malattia che non lascia via di scampo: l’atrofia muscolare progressiva, che lo porterà lentamente a perdere la capacità di muoversi. Pochi anni più tardi una tracheotomia subita in seguito a una polmonite lo rende muto. A questo punto la tecnologia entra in aiuto di quel ragazzo simpatico e con la battuta pronta e gli dona un sintetizzatore vocale che diverrà la sua voce per portare a compimento l’opera di divulgazione del suo sapere. Nel suo mondo fatto di numeri e formule non c’era spazio per il rimpianto di quanto aveva perduto, ma solo per quello che non sarebbe riuscito ad ottenere. Il suo corpo era lì, su quella carrozzina, ma la sua mente viaggiava ogni minuto.

PRINCETON, NJ – OCTOBER 10: Cosmologist Stephen Hawking on October 10, 1979 in Princeton, New Jersey. (Photo by Santi Visalli/Getty Images)

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Stephen amava viaggiare nel tempo e in un certo senso c’è riuscito, perchè ha superato il limite dello spazio ristretto della sua carrozzina ed ha esplorato quello senza limiti dell’universo

Il sapere senza confini di Stephen Hawking | Il viaggio nell’universo dello scienziato di Cambridge

Il 14 marzo 2018, giorno della morte di Stephen Hawking, il mondo lo ricorda con affetto, perchè quest’uomo fragile e potente allo stesso tempo ha voluto condividere da sempre il suo sapere con gli altri, attraverso la divulgazione letteraria, l’insegnamento e uno sguardo divertito sull’universo. Stephen amava viaggiare nel tempo e in un certo senso c’è riuscito, perchè ha superato il limite dello spazio ristretto della sua carrozzina ed ha esplorato quello senza limiti dell’universo. La vicenda di questo scienziato dimostra che il cambiamento nella nostra vita è solo uno stato mentale, in realtà si tratta del naturale decorso degli avvenimenti che prende direzioni inaspettate e un aspetto diverso da quello precedente. Anche in un’esistenza alternativa – in qualche luogo recondito del cosmo – Stephen Hawking non avrebbe potuto essere migliore di quell’uomo disabile che ha cambiato la storia dell’astrofisica moderna.

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