Le casette in mezzo al verde sono diventate di tendenza e anche i giovanissimi risentono fortemente il richiamo della Natura. Le Tiny House sono molto diffuse oltre oceano e nel nord Europa. In Italia ne esistono esempi di grande qualità e bellezza, che strizzano l’occhio alla corrente architettonica lanciata da Frank Lloyd Wright
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Vivere nella Natura è una realtà a cui vanno incontro le nuove generazioni di ventenni. Isabel Page racconta il suo cammino verso una ricongiunzione con il paesaggio su Youtube, nella serie Building A Tiny House In The Mountains, dove appare intenta nella costruzione e progettazione di una Tiny House nel bel mezzo della foresta. Un desiderio, quello di possedere spazi più ampi e aperti, che adesso, complice l’esigenza indotta dalla pandemia, è ancora più forte, e non solo tra i giovanissimi. Del resto già Frank Lloyd Wright nelle sua Casa sulla Cascata è stato un pionieri dell’organicismo, una corrente architettonica che vede al centro l’uomo e la natura, in una soluzione di continuità formale e significante.
Lo stile Praire House è tradizionale e innovativo al tempo stesso. In quelle case hai la sensazione di essere al sicuro e al tempo stesso vivi l’esperienza dell’innovazione
Alvar Aalto e Frank Lloyd Wright: città e natura insieme
Insieme ad Alvar Aalto, Wright reinventa lo spazio del paesaggio con i dogmi di una realtà uniforme e orientata all’assenza di contrasti. Nella struttura così come nei materiali, le architetture organiche si pongono come alternativa a quelle proposte dal funzionalismo, che al contrario mette al centro le esigenze del cittadino come primarie nell’ideazione della composizione architettonica.
La città, dunque, alla base del flusso di feedback necessari per dare vita alla creatura in cemento armato, che rimane certamente un materiale di primaria importanza anche nell’architettura post-organicista, ma con un’accezione diversa. Per Wright la città, cioè il regno dell’uomo, non è abbastanza potente da riuscire a cambiare anche il paesaggio non antropizzato nel quale va ad inserirsi. La risposta è nell’unificare i due elementi, ambiente antropizzato e naturale, in una composizione che renda omaggio a entrambi senza sacrificare nessuno dei due.
Lo stile Prairie House nell’architettura residenziale
Dalla Casa sulla Cascata alla Prairie School, il concetto è uno: concepire il paesaggio come una continuazione dell’edificio e viceversa. L’apice del “Wright Pensiero” viene raggiunto infatti con lo stile Prairie House, una tipologia di architettura residenziale che contiene tutte le direttive dell’organicismo riportate ad una funzionalità e attitudine alla praticità tipica americana. Lo stile Praire House è tradizionale e innovativo al tempo stesso. In quelle case hai la sensazione di essere al sicuro e al tempo stesso vivi l’esperienza dell’innovazione. Una continuità formale, costituita da moduli che si ripetono, è ripresa anche nei materiali, tra i quali spicca per qualità e quantità il legno, il materiale naturale per eccellenza.
Vivere gli spazi aperti nella natura con le Tiny House
L’architettura americana di Frank Lloyd Wright è un inno alla bellezza delle foreste americane, alle praterie che si affacciano alle città. Nella concezione delle odierne Tiny House ritroviamo molto dello stile Prairie House, in primis considerando parametri come design in coesione con il paesaggio, utilizzo di materiali naturali e/o ecosostenibili come il legno, ricerca estetica finalizzata alla soddisfazione di bisogni individuali ma soprattutto collettivi, come l’esigenza di vivere più pienamente lo spazio naturale.
Un esempio da prendere alla mano è quello di The Mountain Refuge, una Tiny House che permette di ampliare gli spazi attraverso la ripetizione e l’assemblaggio di elementi modulari.
Legno e design per un rifugio tra i monti
Realizzati per la gran parte in legno, i moduli di The Mountain Refuge sono un compromesso ben calibrato tra sostenibilità e design, ma anche tecnologia. I tetti spioventi sono la caratteristica principe di queste casette in legno, anche se chiamarle casette ne sminuisce forse la bellezza della loro forma e l’equilibrio tra vuoti e pieni creata dalla conformazione triangolare dell’involucro della struttura.

La Tiny House italiana è bella da vedere ma anche intelligente, perchè è possibile ingrandirla all’infinito grazie all’aggiunta dei moduli prefabbricati. Nata dall’estro di Massimo Gnocchi e Paolo Danesi, The Mountain Refuge è destinata a diventare un’esempio di Tiny House tra i più significativi nel panorama italiano.
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