Quanto vale il nostro Pianeta? Per Yvon Chouinard sicuramente più di un’azienda milionaria. Per quanto possa risultare molto in trend con la carrellata di manovre di marketing green friendly attualmente in atto, la presa di posizione del fondatore del brand americano il cui nome incarna bene lo spirito dei luoghi a cui si ispira, è un gesto di cui non si perderanno le tracce facilmente
Yvon Chouinard, fondatore di Patagonia, ha restituito la sua azienda al pianeta Terra. Pochi giorni fa l’imprenditore del Maine ha ceduto la sua azienda, fondata negli anni ’70 dopo un viaggio in Scozia, ad un’attività no-profit. Guinard ha trasferito il 2 per cento delle azioni con diritto di voto all’associazione no-profit e il restante 98 per cento ad un’associazione che si occupa di salvaguardare il pianeta, in particolare dal cambiamento climatico.
Patagonia nasce nel 1973 come azienda a conduzione famigliare, divenuta poi ai giorni nostri un brand con un valore stimato di circa 3 miliardi di dollari.
Greenwashing, durabilità dei prodotti e storia del marchio
In un’intervista al New York Times Yvon Chouinard afferma “Speriamo che questo mio atto influenzi una nuova forma di capitalismo che non finisca con pochi ricchi e un mucchio di poveri”. Il brand americano è noto per la qualità, la resistenza e la durabilità dei prodotti, nonché, da sempre, per una mission aziendale che prenda in considerazione non solo il profitto, ma anche il rispetto per l’ambiente, inteso come sistema socioeconomico in cui ogni soggetto ha diritto e dovere di sostenere azioni di protezione a favore della comunità intera. Insomma, altro che greenwashing.

Nella foto: Yvon Chouinard fotografato da Tom Frost (Wikipedia)
Tessuti resistenti, realizzati per durare e non per disfarsene al primo sussurro modaiolo, dallo stile che si ispira allo sport nato nei primi anni del novecento, quello dove la tecnologia ti aiuta poco ma lo spirito d’avventura e di sfida è importante per sopravvivere ad una tempesta di neve.
A inizio anni ’90, quando cominciò a spopolare la moda usa e getta, a basso prezzo, a bassa qualità ma geniale come trovata di marketing per essere sempre cool senza spendere una fortuna, l’azienda di Chouinard comincia a perdere qualche colpo, ma poi riprende il volo acquisendo la solidità di brand awareness da sempre avuta. Fino ad adesso, nel 2022 e in piena fase di ritorno al futuro di un ecologismo di massa.
“Speriamo che questo mio atto influenzi una nuova forma di capitalismo che non finisca con pochi ricchi e un mucchio di poveri”.
Yvon Chouinard
Da sempre conosciuto come un uomo d’affari con idee molte precise su ambiente e società e su come applicarle anche in azioni concrete e non solo a livello di marketing, Chouinard ha soppresso l’idea di vendere l’azienda e donare il ricavato a una società che si occupa di cause ambientali, perché non vi era la sicurezza che la nuova gestione avrebbe portato avanti gli ideali del fondatore e della sua mission, atipica all’epoca negli anni ’70 e – ancora oggi –esempio esclusivo di fusione di marketing, ambientalismo e capitalismo. Generare profitti nel breve periodo, a discapito di quelli nel lungo periodo, come lui stesso ha affermato, è un rischio che non voleva correre. Così ha venduto tutte le quote alla Holdfast Collective e alla Patagonia Purpose Trust che le impiegherà nella causa ambientalista. La strategia aziendale sarà invece come di consueto guidata dalla famiglia Chouinard affinché ne permangano i valori e l’asset.
Il gesto del fondatore di Patagonia segna un prima e un dopo nel mondo del marketing e del commercio. Nessuna campagna di green activism da parte di un’azienda plurimilionaria avrebbe, probabilmente, saputo fare di meglio. Yvon Chouinard è un green influencer di 83 anni, allo stesso tempo è stato ed è un attore e spettatore del capitalismo. Adesso la storia ricomincia da capo per chi desidera imitare le sue gesta. Ce ne vorrà.