La Rivoluzione Artificiale: Chat GPT e altre paranoie

Dalla velocità di diffusione di Chat GPT e similari, alla paura di perdere il lavoro sostituito da una macchina. Il Boom dell’Intelligenza Artificiale è esploso senza esclusione di colpi. Forse perché osservare l’AI è un po’ come guardarsi allo specchio.

L’Intelligenza Artificiale distruggerà l’essere umano non più di quanto egli stesso ha fatto con tutto ciò che fosse “altro” da lui. Lo aiuterà non più di quanto abbia fatto lui con chi era più fragile. Comprenderà a fondo non più di quanto egli abbia compreso a fondo ciò che lo circonda. Oppure cambierà idea e ne avrà una sua, e non sta a lui giudicare quanto essa possa essere più tollerante, utile, compassionevole e intelligente.”

Questa potrebbe essere una frase detta da un personaggio di un film di fantascienza, ma è più verosimile di quanto sembri all’apparenza e rappresenta uno degli interrogativi che riguardano il rapporto tra etica e intelligenza artificiale.

Non è casuale che una rinomata sensibilità verso tematiche ambientali e sociali si stia sovrapponendo alla diffusione a macchia d’olio dell’Intelligenza Artificiale. Il termine Artificiale del resto deriva da Artificio, cioè qualcosa che è stato fatto per mezzo di arte, in contrapposizione a ciò che è per natura.

L’Homo Habilis e la capacità di creare qualcosa di altro da sé stessi

L’uomo si è diversificato dagli animali proprio per la creazione di strumenti, oggetti, cose che fossero “altro da lui”. Dalla ruota al libro, passando per una ferrovia, tutto ciò ha comportato una rivoluzione nel processo di evoluzione della specie umana.

Nel 1944 il K.P. Oakley enunciò la sua versione sul perché gli esseri umani sono diversi dalle altre specie viventi. Tra queste c’è una questione, molto importante, che riguarda la sua capacità di creare strumenti, ovvero dare, agli oggetti (e alla realtà, verosimilmente), delle forme differenti da quelle originarie. Nella fattispecie degli oggetti naturali, l’uomo iniziò il suo processo di differenziazione dagli altri animali, creando, a partire dalla materia naturale, oggetti sempre più complessi. In particolare, citando l‘articolo di National Geographic di Mark Strauss, all’inizio degli anni sessanta Louis Leakey attribuì la tendenza a creare utensili a proprio uso e consumo all’Homo Habilis (Uomo Abile). Capacità propria anche di altri animali, ma in forma meno sofisticata. Ciò non toglie che tra qualche milione di anni si potrebbe verificare un processo evolutivo similare anche per altre forme di esseri viventi.

“Houston abbiamo un problema: un’Intelligenza Artificiale distruggerà la Terra tra meno di un’ora. Cosa suggerisci?” – Disse la navicella spaziale all’astronauta. – “Perderò il mio fottuto lavoro!” – Rispose lui inferocito.

Anno 4500, Stazione Spaziale A21

Controllare gli eventi e comprendere ciò che ci circonda

Tuttavia, adesso che la tecnologia è in grado anche di produrre delle idee nate dall’intelligenza umana ma con la variante di alterità dalle proprie stesse idee provoca una dissonanza prevedibile con la percezione di controllo degli eventi a cui era abituato fin d’ora.

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Anche se tale premura può sembrare in questo momento una catastrofe per alcuni (esseri umani) le soluzioni possibili o quantomeno probabili non stanno tardando ad arrivare. Come avvenne con la Rivoluzione Industriale, ci si potrebbe abituare prima di quanto si possa immaginare a convivere con l’Intelligenza Artificiale. I problemi, semmai, sono quelli che arrovellano l’essere umano da milioni di anni, cioè il rapporto con sé stesso, con i suoi simili, con la sua coscienza – ammesso che ne possiederà in futuro ancora una – con le altre forme di vita terrestri, con il pianeta Terra, l’Universo e tutto ciò che è al di fuori della propria comprensione. In tutto ciò le leggi che governano gli eventi ancora sono sotto scacco del Mistero, dell’ineluttabile. Comprese le leggi che governano i processi biologici, complesse e ancora indecifrabili. Vedi (anche) l’allarme climatico.

Possiamo aspettare, potremo cambiare?

Ciò che si può dedurre dalla cascata di tecnologia AI è che il mistero è ancora lì che ci attende, e che magari è lì che ci guarda. Non perdiamolo di vista, non perdiamo la fiducia verso l’ignoto, che è ciò che ha portato l’essere umano fino a qui. Meglio una gallina domani che un uovo oggi. Possiamo aspettare. Possiamo sperare. In ogni caso, potremo cambiare.

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